Agente immobiliare in ufficio con i clienti ai tempi del Covid

La seconda ondata Covid frena l’acquisto di immobili

Frenano le performance del mercato immobiliare residenziale nazionale dopo la seconda ondata Covid. L’interesse per il mattone rallenta in questo autunno, con lo stand-by delle domande legate all’acquisto di casa e gli italiani che scelgono di rimandare i progetti immobiliari a tempi più sereni. A mettere in luce questa dinamica ci ha pensato il recente Osservatorio curato da Nomisma che ha analizzando l’andamento delle 13 maggiori città della nostra Penisola.

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2020, anno di alti e bassi per l’immobiliare

Nonostante la prima ondata di Covid non avesse raffreddato la voglia di investimento nel mattone dei nostri connazionali, pronti a tornare a realizzare progetti nell’immobiliare dopo il primo confinamento, adesso le cose sembrano essere cambiate. Stando infatti a quanto rilevato dagli esperti quest’anno si chiuderà con volumi di compravendite inferiori al 20% rispetto a quanto era stato registrato nel 2019. Si aspettano momenti migliori per concludere nuove compravendite, e a risentire maggiormente di questo trend è principalmente la domanda per investimento che ora, contrariamente a quanto era accaduto in epoca pre pandemia, sembra essersi spenta quasi del tutto. La scorsa estate le famiglie dovevano ancora fare i conti con il tracollo macroeconomico che avrebbe portato effetti pesanti anche sui bilanci familiare, pertanto le compravendite in quel periodo erano riprese con un buon vigore, ben sostenute anche dalle convenienti opportunità di richiedere mutui a tassi vantaggiosi.

Quali sono i possibili scenari futuri

Nomisma ha evidenziato due diversi possibili scenari rispetto all’evoluzione del mercato immobiliare e della situazione macroeconomica più in generale. Quello “base” vede una graduale ripresa entro il 2023, quando il gap rispetto al periodo pre Covid sarà colmato; la seconda previsione, quella “hard”, vede uno scenario più problematico che vedrà nel 2023 un discostamento di ben 3 punti percentuali rispetto al periodo precedente la pandemia e un conseguente deterioramento della domanda.

Intanto, come si chiederà quest’anno

Secondo le stime la perdita di case vendute, a seconda dei due scenari, andrà dal -17,1% al – 18,7%, corrispondenti rispettivamente a 500.000 unità e 491.000 unità. Prima del Covid le previsioni per l’anno vedevano un numero di compravendite pari a 612.000, cifra che in quest’ottica rende ancora più evidente l’effetto che la pandemia ha avuto sul mercato immobiliare. Incertezze dunque per il 2021, per avere i primi segnali di ripresa sarà indispensabile attendere almeno il 2022.