Sapere qual è il reale livello di consumi di un immobile è fondamentale sia per comprenderne l’efficienza, sia per stabilirne il valore di mercato: è qui che entra in gioco la classe energetica di una casa. Vediamo come fare per calcolarla e per migliorarla.
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Cosa si intende con classe energetica di un immobile e come si calcola
Si sente spesso parlare di classe energetica degli immobili, ma di cosa si tratta esattamente?
La classe energetica di una casa è la classificazione della qualità energetica di un immobile, strettamente correlata ai suoi consumi.
Dal 2005 in caso di vendita di un immobile il proprietario è tenuto a produrre l’attestato di prestazione energetica per stabilirne la classe energetica e per valutarne il reale prezzo di mercato, poiché i consumi di una casa ne influenzano nettamente il valore. Da ciò deriva che, apportando modifiche strutturali orientate alla riduzione dei consumi e dell’impatto ambientale di un immobile, si può migliorarne la classe energetica e aumentarne il valore di mercato.
La classe energetica deve essere certificata da un apposito documento ufficiale, l’APE(Attestato di Prestazione Energetica), che dal 2013 ha sostituito il vecchio Attestato di Certificazione energetica (ACE). L’APE, che ha una validità di 10 anni, va obbligatoriamente allegato tra i documenti per vendere casa quando si intraprende una compravendita immobiliare, perché attesta la prestazione energetica attribuendo più o meno valore all’immobile in base alla fascia di consumi di riferimento. Il venditore è obbligato a mostrarlo all’acquirente sin dal momento del compromesso e del preliminare di compravendita.
Ma come si calcola la classe energetica delle abitazioni?
Esiste una tabella delle classi energetiche delle case che utilizza le lettere dell’alfabeto. Inizia con la classe energetica A4 – quella con i consumi minori – e termina con la G – la classe con i consumi maggiori.
Per calcolare la classe energetica dell’immobile è necessario rivolgersi a un professionista, un tecnico abilitato alla progettazione di edifici ed impianti, come l’architetto e il geometra, chiamato proprio “certificatore energetico”, che effettuerà un’analisi con l’ausilio di specifici software prendendo in considerazione alcune caratteristiche strutturali dell’immobile: in particolare l’esposizione solare, la dimensione dei vani interni della casa, la qualità dei materiali con cui è costruita e coibentata, il tipo di impianti di riscaldamento e raffreddamento, e la quantità e l’impatto energetico di tali impianti. Sono proprio questi i principali parametri che concorrono alle prestazioni energetiche di una casa e dunque alla definizione della sua classe energetica.
Tipi di classi energetiche
Come abbiamo accennato, esiste una tabella delle classi energetiche delle abitazioni che stabilisce i consumi di un immobile.
Le classi energetiche sono dieci in totale: dalla classe energetica A4 – che come abbiamo visto indica bassi consumi e dunque minor impatto ambientale dell’abitazione – si arriva alla classe energetica G – che invece indica altissimi consumi, maggiori spese e alto impatto ambientale.
La classe energetica A si differenzia in classe energetica A1, classe energetica A2, classe energetica A3 e classe energetica A4, tutte contraddistinte da bassi consumi.
Le classi descrivono un livello di consumo energetico tramite un punteggio da 10 a 1: il punteggio massimo sta ad indicare la massima efficienza energetica, ed è quindi assegnato alla classe A4, mentre il punteggio minimo di un solo punto è assegnato alla classe G.
Classe energetica | Consumo minimo | Consumo massimo | Massimo punteggio assegnato |
Classe A4 | – | inferiore o uguale a 0,40 EP | 10 |
Classe A3 | superiore a 0,40 EP | inferiore o uguale a 0,60 EP | 9 |
Classe A2 | superiore a 0,60 EP | inferiore o uguale a 0,80 EP | 8 |
Classe A1 | superiore a 0,80 EP | inferiore o uguale a 1,00 EP | 7 |
Classe B | superiore a 1,00 EP | inferiore o uguale a 1,20 EP | 6 |
Classe C | superiore a 1,20 EP | inferiore o uguale a 1,50 EP | 5 |
Classe D | superiore a 1,50 EP | inferiore o uguale a 2,00 EP | 4 |
Classe E | superiore a 2,00 EP | inferiore o uguale a 2,60 EP | 3 |
Classe F | superiore a 2,60 EP | inferiore o uguale a 3,50 EP | 2 |
Classe G | superiore a 3,50 EP | – | 1 |
Perché è importante aumentare la classe energetica per vendere casa
Riuscire ad aumentare le prestazioni energetiche di una casa permette non solo di ridurne l’impatto ambientale e diminuirne la spesa in termini di consumi, ma può rivelarsi decisamente utile nel momento in cui si decide di venderla. Il prezzo di vendita è infatti il risultato di numerosi parametri, tra cui l’efficienza energetica: migliorarne la sua classe permetterà di riqualificare anche la qualità della casa, ma anche per renderla più sostenibile.
L’acquirente non cerca solo un luogo confortevole e funzionale in cui vivere, ma ne comprende il valore in termini di risparmio energetico. Ecco perché se un immobile da mettere sul mercato possiede una bassa certificazione energetica, nonostante un buon valore di mercato, è fondamentale per il proprietario che desidera venderlo preventivare una spesa che ne aumenti le prestazioni energetiche, permettendo alla classe energetica di scalare qualche posizione nella tabella.
In questo modo, la classe energetica dell’immobile da vendere si alzerà mettendo in risalto le ottime prestazioni energetiche, e contribuendo in modo decisivo all’aumento del valore di mercato della casa. Oggi come oggi, vendere una casa di classe A può fare una netta differenza in termini di prezzo di mercato.
Come si fa ad aumentare la classe energetica di una casa e quanto costa
Ma come si fa ad aumentare la classe energetica di un immobile? In pratica: come si migliorano le prestazioni energetiche di una casa?
I modi per farlo sono tanti. Eccone alcuni:
- sostituire i vecchi infissi e serramenti che favoriscono la dispersione del calore;
- passare da fonti di energia tradizionale a fonti rinnovabili (ad esempio: installare dei pannelli solari o fovoltaici);
- ristrutturare il tetto o le pareti esterne con materiali innovativi che favoriscano l’isolamento termico (ad esempio: installare il cosiddetto cappotto termico);
- installare un nuovo impianto di riscaldamento e raffrescamento e sostituire le vecchie caldaie;
- installare un impianto di domotica in grado di autoregolare gli impianti automaticamente, ottimizzando i consumi.
Grazie al bonus ristrutturazione è oggi possibile effettuare numerosi interventi che aumentano il livello di efficienza energetica a basso costo. È quindi importante richiedere preventivi e sapere se si ha diritto agli incentivi attualmente in vigore, perché la spesa per migliorare la classe energetica verrà sicuramente ripagata dall’aumento considerevole del valore di mercato dell’immobile. Inoltre, con una certificazione energetica più alta e appena rilasciata l’immobile risulterà più appetibile perché capace di suscitare interesse nel medio-lungo termine.