Diritto di abitazione: che cos’è, come funziona e quando decade

Categoria C1 catastale: cos’è, requisiti e cosa si può fare in locale C1

Le categorie catastali degli immobili sono fondamentali per definire la destinazione d’uso dell’immobile e la rendita catastale su cui calcolare il reddito imponibile. In particolare, la categoria catastale C1 è destinata a negozi e botteghe che rispondano a certi requisiti.

Il Regio Decreto del 13 Aprile 1939 e le norme costitutive del Nuovo Catasto Edilizio Urbano hanno definito le categorie catastali immobiliari, fondamentali per determinare la destinazione d’uso dell’immobile e la rendita catastale ai fini della tassazione sugli immobili.

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La categorie catastali vengono riportate sulla visura catastale e sono:

Categoria A: immobili ad uso di abitazioni 

Categoria B: immobili ad uso di alloggi collettivi

Categoria C: destinazione ordinaria commerciale e varie

Categoria D: immobili a destinazione speciale

Categoria E: immobili a destinazione particolare

Esiste anche una categoria catastale F, che identifica unità immobiliari urbane non idonee a produrre un reddito che non hanno alcuna rendita catastale. Tali unità sono rappresentate solo nell’elaborato planimetrico, mentre si esclude la presentazione di singole planimetrie.

Ogni categoria è poi suddivisa in diversi gruppi identificati tramite un numero. Tra questi, troviamo la categoria C1 catastale, che corrisponde ai locali a uso terziario e commerciale.

Continua a leggere per scoprire nel dettaglio cosa significa “locale C1” e tutto quello che c’è da sapere sulla categoria C1 catastale.

Categoria catastale C1: cos’è e quali sono le finalità

Come detto sopra, la categoria catastale C1 include locali a uso terziario e commerciale. Dunque, cosa si può fare in un locale C1? Tali locali possono ospitare negozi e botteghe, locali adibiti alla vendita al dettaglio di merci, manufatti, prodotti e derrate e locali in cui la vendita si accompagna a servizi di somministrazione di cibi e bevande.

Sono da comprendere nella categoria C1 anche quei locali in cui allo stato attuale non si effettua la vendita, ma potrebbe effettuarsi in futuro, come ad esempio locali adibiti ad esposizioni e quelli occupati da barbieri, parrucchieri, sartorie e simili.

È importante tenere presente che la categoria C1 non include i magazzini, che rientrano invece nella categoria catastale C2.

Categoria catastale C1: i requisiti

Tra i requisiti di un locale commerciale C1 c’è quello di avere accesso diretto dalla strada pubblica ed essere dotato di servizio igienico. In casi eccezionali si potrà avere l’accesso da cortile, androne o strada privata.

In genere, i locali commerciali C1 sono ubicati al piano terra dei fabbricati, ma può accadere che un locale C1 si trovi – in tutto o in parte – anche sopra o sotto il livello della strada.

Altri requisiti di un locale C1 sono che può consistere in un solo vano o in più vani comunicanti fra loro e che deve costituire una sola unità immobiliare con gli eventuali vani accessori (retrobottega o locali di deposito) che abbiano comunicazione diretta con il vano principale costituente il negozio, anche su piani diversi.

C1 categoria catastale: consistenza catastale e tasse da pagare

Imposte e tasse sugli immobili sono calcolate a partire dalla rendita catastale di uno specifico immobile, che tiene conto di: 

  • “consistenza catastale”, ovvero la superficie esatta dell’immobile dal punto di vista catastale.
  • caratteristiche dell’edificio e della qualità del contesto urbano in cui è collocato (due immobili classificati nella categoria catastale C1, identici ma che siano situati in due diverse zone del Paese o di una stessa città, saranno soggetti a tassazione diversa). 

Per gli immobili di categoria catastale C la consistenza catastale è data dalla superficie netta dei locali, ma per botteghe e negozi in categoria catastale C1 la situazione è leggermente diversa. La consistenza catastale dei locali C1 viene infatti calcolata considerando per intero (100%) i metri quadrati dei locali principali utilizzati per l’attività commerciale, a cui si somma il 50% della superficie di locali accessori come bagni, ripostigli e retrobottega che si trovano sullo stesso piano del locale diretto alla vendita, e il 25-30% della superficie dei locali accessori interrati o collocati su piani superiori.